Agroalimentare che fa emozionare
Il torrone tipico
di Sardegna
Il torrone sardo è uno dei dolci più rappresentativi dell’isola, un simbolo di festa e convivialità che racconta secoli di storia, gesti antichi e un legame profondo con il territorio
Il torrone sardo
Le origini del torrone si perdono nella storia e sono contese da diverse culture del Mediterraneo. In Sardegna, la prima testimonianza certa compare nel 1614, in un documento conservato all’Archivio di Stato di Cagliari. Si tratta di un contratto in catalano che fa riferimento alla fornitura di “torroni bianchi e neri” tra due abitanti del quartiere storico di Villanova: un indizio eloquente della forte influenza iberica sull’isola, evidente anche nelle architetture di città come Alghero.

Ha oltre 400 anni di storia documentata: la prima citazione ufficiale risale al 1614, in un contratto scritto… in catalano!
È un dolce profondamente identitario: unisce influenze arabe, spagnole e sarde, diventando un simbolo gastronomico del Mediterraneo centrale.

Non contiene zucchero aggiunto: a differenza di altri torroni italiani, la dolcezza viene solo dal miele locale.
Il miele cuoce per ore: nella tradizione barbaricina veniva fatto bollire lentamente in paioli di rame e mescolato a mano senza sosta.

Tonara è la “capitale del torrone”: ogni Lunedì di Pasqua ospita la famosa Sagra del Torrone, una festa che attira visitatori da tutta la Sardegna.
Eccellenze si trovano anche a Orgosolo, Mamoiada, Aritzo e Pattada.
Il Torrone Sardo: storia, tradizione e luoghi dove assaggiarlo
Il torrone sardo è uno dei dolci più rappresentativi dell’isola, un simbolo di festa e convivialità che racconta secoli di storia, gesti antichi e un legame profondo con il territorio. La sua dolcezza, intensa e autentica, accompagna da sempre le festività più amate, ma il suo profumo di miele e mandorle è ormai compagno delle tavole sarde durante tutto l’anno.
Origini antiche, un racconto che attraversa il Mediterraneo
Le origini del torrone si perdono nella storia e sono contese da diverse culture del Mediterraneo. In Sardegna, la prima testimonianza certa compare nel 1614, in un documento conservato all’Archivio di Stato di Cagliari. Si tratta di un contratto in catalano che fa riferimento alla fornitura di “torroni bianchi e neri” tra due abitanti del quartiere storico di Villanova: un indizio eloquente della forte influenza iberica sull’isola, evidente anche nelle architetture di città come Alghero.
Il nome “torrone” sembra derivare proprio dal turrón de Alicante, prodotto durante l’epoca della dominazione araba in Spagna. Le mandorle utilizzate per le prime produzioni sarde arrivavano dalla penisola iberica, diffondendosi rapidamente nei territori della Barbagia, fino a Mamoiada, Tonara, Sanluri, Pattada e Aritzo.
Tonara, il paese del torrone
Tra tutte le comunità sarde, Tonara è quella che più di ogni altra ha reso il torrone una vera identità culturale. Nel cuore della Barbagia, a quasi mille metri d’altitudine, questo borgo antico e silenzioso custodisce la tradizione del torrone artigianale da oltre due secoli.
Nell’Ottocento, la produzione avveniva tra marzo e settembre: il miele veniva scaldato lentamente in un grande paiolo di rame — su cheddargiu — posto su sa forredda, il tipico braciere alimentato da legna di agrifoglio che garantiva una cottura lenta e senza fumo. Dopo quattro ore di paziente lavoro si aggiungevano le mandorle tostate e, più tardi, l’albume montato a neve, prima di versare il composto sui tradizionali stampi di legno foderati con ostie e carta oleata.
Ogni Lunedì di Pasqua, Tonara celebra questa tradizione con la Sagra del Torrone Sardo, un evento che attira visitatori da tutta l’isola e che rappresenta una vera festa della dolcezza.
Cosa rende unico il torrone sardo
Il segreto del torrone dell’isola è la sua ricetta semplice e autentica:
- miele locale,
- mandorle (o altra frutta secca),
- albume d’uovo,
- ostia di amido.
La caratteristica principale è l’assenza di zucchero aggiunto, una differenza che lo separa nettamente dai torroni di altre regioni italiane. Ne nasce un dolce dal gusto morbido, elegante e naturale, in cui la qualità delle materie prime è tutto.
Nel tempo sono nate varianti con nocciole, noci o ingredienti locali, ma lo spirito rimane lo stesso: un prodotto profondamente radicato nel territorio, custode di una cultura gastronomica millenaria.
Le aziende che custodiscono la tradizione
Oggi la Sardegna continua a produrre un torrone di altissima qualità grazie al lavoro di aziende artigianali che uniscono tradizione, ricerca e innovazione, mantenendo intatti i gesti di un tempo.
Dulhes – Orgosolo
Nata nel 2014 nel cuore della Barbagia, Dulhes rappresenta una nuova generazione di produttori che porta la tradizione del torrone di Orgosolo verso forme moderne e pratiche da gustare. L’azienda si distingue per l’uso di materie prime selezionate, lavorazioni il più possibile manuali e l’assenza totale di conservanti e zuccheri aggiunti. La filosofia è semplice: mantenere autentico il gusto del dolce sardo, rendendolo allo stesso tempo accessibile a chi fa sport, viaggia o vuole gustare una pausa naturale.
Licanias – Tonara
Dal 2009 Licanias produce torrone artigianale rispettando i metodi tradizionali del borgo che ha reso questo dolce celebre in tutta l’isola. La lavorazione del miele nel paiolo di rame, l’aggiunta dell’albume montato e della frutta secca selezionata si svolgono ancora secondo ritmi antichi, supportati oggi da moderni standard di sicurezza. Le sue linee – classica e biologica – valorizzano soprattutto il miele sardo, esaltando il legame profondo tra territorio e prodotto.
Dove assaggiare il vero torrone sardo
Chi visita la Sardegna può incontrare il torrone in mercati, feste popolari e piccole botteghe artigiane, soprattutto nei territori interni della Barbagia, del Mandrolisai e del Sarcidano. Tonara, naturalmente, è il cuore pulsante della produzione, ma eccellenze si trovano anche a Orgosolo, Mamoiada, Aritzo e Pattada.
Molti produttori collaborano con strutture ricettive, enoteche, aziende agricole e boutique del gusto, rendendo questo dolce una delle esperienze gastronomiche più significative per chi vuole conoscere davvero la cultura dell’isola.
Ingredienti della tradizione

La semola

Mandorle

La farina

Gueffus e Pistoccheddus

Amaretti integrali

Biscotti della nonna
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